Il mio libro sul comodino

Il mio libro sul comodino
perchè il cartone animato l'abbiamo visto tutti, ma il libro l'abbiamo letto in pochi...

sabato 10 aprile 2010

Teatro e Fiori

Mercoledì sera sono stata al teatro Verdi a vedere lo spettacolo "Bothanica" del Momix, gruppo di ballerini-illusionisti, capeggiato dall'americano Moses Pendleton. Inutile dire che sono stati favolosi da lasciare senza fiato, come del resto ogni spettacolo, ma inizio parlando di questo spettacolo proprio perchè nel vederlo ha richiamato alla mia memoria l'incontro tra Alice e i Fiori. Bothanica infatti è uno spettacolo basato principalmente sulla natura e sulle forme floreali che seguono pienamente il loro stile mediante vestiti stravaganti dai mille colori.


Alice entrata nella foresta alla ricerca del Bianconiglio, viene circondata da numerosi Fiori di varietà e tinte differenti che la correggono su alcuni termini usati male nel nominare le farfalle (parfarfalle) e le libellule (dondolibellula).
Subito, senza nemmeno lasciarla parlare, i fiori iniziano una discussione su quale sia la miglior canzone da intonare alla fanciulla e alla fine la Rosa interrompe la discussione dicendo che canteranno "Nel Meriggio D'Oro" e dopo essersi fatta dare il LA dal Giglio iniziano così...


Quando Panfarfalle e tulipani

Scambian baci sotto i girasol
Suonan le campanule a distesa
Nel gran bel meriggio d’or
Nelle nuvole son già gli asfodeli
E le viole cantano di cuor
Bocca bocca di leone e i gigli dolci
Nel bel meriggio d’or
Sono bruchi il cane e il gatto
Ha la gotta il millepiè Ma le margherite per amor si lasciano
Sfoglia- a ar
Imparar puoi tante cose dai fiori
Che di grazia sempre ricchi son
Son felici a primavera i cuori
Vieni nel bel meriggio d’or

Dopo la canzone, che termina con un fragoroso suono di piatti dato dall'incontro di due Margherite gialle, i Fiori, credendo che Alice sia un particolare tipo di fiore a loro sconosciuto, iniziano a farle domande -"da che giardino vi
eni?!" "a quale specie, o vogliamo dire a quale genere appartieni?"- Alice incredula dice di appartenere al genere Umano e appunto di chiamarsi Alice. Subito i fiori iniziano a canzonare il suo nome, il fatto che i suoi "petali gialli" non abbiano profumo, che i suoi "Steli" siano più che altro stecchi e quando Alice ne ha abbastanza di tutti i loro commenti e sbotta dicendo che NON E' UN FIORE viene subito etichettata come -mobile vulgaris- o in parole parole... ERBACCIA! Così per evitare che metta radici tra quel bel prato di fiori viene immediatamente cacciata.

Nel suo assurdo viaggio Alice si imbatte nel paesaggio metamorfico e onirico dove buffi personaggi cercano di tirarla fuori e con le loro assurde, caricaturali e maldestre esagerazioni, fanno contrasto con la saggezza supponente di Alice, bambina educata e riflessiva i cui comportamenti riecheggiano quelli del papà e della mamma, come anche dell’Inghilterra vittoriana tutta. Imbattendosi nei Fiori, Alice entra nel mondo dei piccoli, dell’interiorità, dell’infanzia, dove tutto dovrebbe essere armonia ma non lo è perché anche qui Alice viene giudicata e respinta, quasi quanto nel suo ‘mondo di veglia’.
Anzi: i fiori sono copie trasfigurate di VECCHIE COMARI inglesi.

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