Il mio libro sul comodino

Il mio libro sul comodino
perchè il cartone animato l'abbiamo visto tutti, ma il libro l'abbiamo letto in pochi...

venerdì 23 aprile 2010

Essere attivi e usare le reti

Ho a lungo pensato a come collegare questo post con il mio blog. Non mi piace che si legga "Assignement 4" come se fosse un compito forzato...quindi cercherò di fare brevi collegamenti tra articolo e blog.
Ho letto con piacere, anche se non nascondo in alcuni punti di aver fatto fatica, l'articolo pubblicato dal Professor Formiconi e ne ho tratto alcune riflessioni.
E' difficile CREARE il nuovo, è difficile perchè abbiamo costantemente alle nostre spalle l'ombra del passato che volente o nolente si intromette nel nuovo, anche solo con una sfumatura che però è tale da contaminare il nuovo in qualcosa "riesumato dal passato". Basti vedere Tim Burton che con il suo Alice in Wonderland ha cercato di creare una nuova rivisitazione di Alice ma che non si è reso conto che mentre andava a contaminare un capolavoro del passato riportava sullo schermo minuto dopo minuto trame di altre 3-4 film già collaudati 3 anni prima. Eppure il suo film è stato applaudito come innovazione allo stato puro nella chiave di lettura Carroliana, se così si può definire.
Il fatto è che per creare il nuovo serve INGEGNO e secondo me, tanta tanta cultura e pazienza.
Internet fa parte del nuovo e lo STARE ONLINE ormai fa parte dell'abitudinarietà del nostro secolo e probabilmente dei secoli avvenire. Ma il nostro è uno STARE online o un SEMBRARE DI STARE online? cioè è un essere in rete ATTIVI o PASSIVI nei confronti di questa nuova realtà virtuale?
Nell'articolo ho letto che per imparare a usare il web dovremmo ignorare che tutto è virtuale, ma quando si una msn o facebook come si fa a ignorare il limite che questi social network ti pongono?
Dov'è l'espressività e il calore che si può provare parlando con un'amica davanti a una tazza di thè? L'espressività va forse ricercata in quel gruppo di faccine gialle ebeti che i social network mettono a disposizione per rendere un po' meno freddo il chiacchierare su internet, o meglio il chattare??
Una volta alle superiori una professoressa che stimo molto mi disse che le chat sono uno strumento per esercitare i nostri monologhi, e quest'affermazione mi lasciò molto su cui riflettere e spero che sia un punto di riflessione anche per chi leggerà questo post.
Tuttavia i social network hanno contribuito in maniera positiva sotto diversi aspetti.
Ma stare su un social network come facebook non è essere ATTIVI in rete, è seguire una moda, un qualcosa che tutti hanno e che tutti fanno, me compresa, ed omologarsi al resto.
Usufruire del web solo per stare su facebook dalla mattina alla sera è PASSIVITA'.
L'articolo parla di ESPONENZIALE mettendo in evidenza che chi sente questa parola pensa subito a una crescita. Ed è stato proprio così per me, quindi ho voluto vedere cosa il dizionario e wikipedia proponessero alla voce esponenziale.
DIZIONARIO:
  • 1 mat. Di funzione o equazione in cui una o più variabili compaiono in esponente

  • 2 stat. Di fenomeno il cui andamento presenta un tasso di incremento o di diminuzione costante

  • 3 fig. Di ciò che presenta un aumento straordinario: crescita e. della popolazione
WIKIPEDIA: alla ricerca della parola esponenziale il primo risultato è stato -funzione esponenziale-.
Purtroppo la matematica non è il mio forte e credo che la prossima volta che sentirò esponenziale la prima cosa a cui penserò sarà tuttavia CRESCITA e successivamente mi ritornerà in mente questa riflessione.
Lasciando da parte la matematica il problema è...tutta questa crescita non ci da il tempo di respirare.
Ad esempio, esempio sciocco, non so ancora cosa voglia dire tv al PLASMA che già due secondi dopo esce l'LCD e io mi chiedo quale sarà la differenza? e l'unica che colgo per ora è quella riguardante il prezzo, e una volta che mi sono informata sia sul plasma che sull'lcd ecco che esce un nuovo modello con un nuovo nome con un diverso prezzo...
Questa crescita, questo boom di tecnologie ci soffoca, ci fa rimanere indietro e se io resto indietro so che ci sono altre 10, 100, 1.000.000 di persone come me che restano indietro e tale restare indietro non permette il progredire del nuovo.
Tuttavia il web permette di riuscire ad ottenere un informazione rapida e generale su qualsiasi cosa limitando questo "rimanere indietro"; certo dipende anche dalla voglia di informarsi e di essere ATTIVI sul web riuscendolo a sfruttare al meglio.
Il fatto che il web funziona in maniera così efficiente è indubbiamente dovuto al sistema di RETI che ci sono dietro.
Ho provato una volta a intraprendere un discorso sulle reti con il mio ragazzo informatico e non nascondo di averci capito poco o nulla. Nell'articolo si parla di reti come scatole cinesi, a mio avviso è tutto molto più complicato!!! :/
A questo proposito non mi è chiaro un punto...se muore una rete, essendo tutte le reti collegate tra loro, muoiono tutte le reti?? Se in una catena si spezza un anello la catena è rotta irreparabilmente?
Tralasciando il web, le reti sono ovunque, le reti tengono in vita il mondo, le reti sono i collegamenti a breve e a lunga distanza, i collegamenti che ci permettono di essere ATTIVI.
La favola di Alice nel paese delle meraviglie è ricca di collegamenti, è ricca di reti che tengono in piedi una favola chè va oltre alle 150 pagine di libro, che va oltre nel tempo attraversando con le sue reti passato presento e credo futuro.
Vivere attraverso le reti ingarbugliate del mondo, anche del piccolo mondo personale come faceva Leopardi, rende VIVI, ATTIVI.
La pianta nel vaso è un ottimo esempio perchènsi preferisce passare molto tempo in rete a fare stupidi giochetti perditempo, come FARMVILLE, famoso gioco di ruolo made in facebook che consiste nel coltivare un orto, mente la piantina di fianco al proprio pc, non potendo essere inaffiata virtualmente, muore.
Internet dà numerosi spunti per stare PASSIVAMENTE sul web e "cazzeggiare" e come una calamita noi li sperimentiamo tutti alimentando la nostra passività come una dipendenza al cazzeggio.
Riporto per concludere riporto l'ultima parte di "passeggiata nel bosco"
In ogni caso, qual è il modo migliore per raggiungerne quella vostra particolare conoscenza? Semplicemente godendosi una passeggiata, una, due, molte volte e andando dove vedete qualcosa che vi piace. Col passare del tempo conoscerete quel bosco nel vostro particolare modo.
La nostra particolare conoscenza è quella che costruiamo, giorno dopo giorno, con i nostri interessi, con le nostre personali visioni del mondo e con la nostra soggettività, per questo la nostra piccola rete è personale e diversa da quella di tutti gli altri e per questo la varietà dell'uso delle tecnologie che ognuno può fare è un vantaggio che permette di alimentare la nostra particolare conoscenza e io voglio usare la rete a mio vantaggio per essere attiva.

sabato 10 aprile 2010

Teatro e Fiori

Mercoledì sera sono stata al teatro Verdi a vedere lo spettacolo "Bothanica" del Momix, gruppo di ballerini-illusionisti, capeggiato dall'americano Moses Pendleton. Inutile dire che sono stati favolosi da lasciare senza fiato, come del resto ogni spettacolo, ma inizio parlando di questo spettacolo proprio perchè nel vederlo ha richiamato alla mia memoria l'incontro tra Alice e i Fiori. Bothanica infatti è uno spettacolo basato principalmente sulla natura e sulle forme floreali che seguono pienamente il loro stile mediante vestiti stravaganti dai mille colori.


Alice entrata nella foresta alla ricerca del Bianconiglio, viene circondata da numerosi Fiori di varietà e tinte differenti che la correggono su alcuni termini usati male nel nominare le farfalle (parfarfalle) e le libellule (dondolibellula).
Subito, senza nemmeno lasciarla parlare, i fiori iniziano una discussione su quale sia la miglior canzone da intonare alla fanciulla e alla fine la Rosa interrompe la discussione dicendo che canteranno "Nel Meriggio D'Oro" e dopo essersi fatta dare il LA dal Giglio iniziano così...


Quando Panfarfalle e tulipani

Scambian baci sotto i girasol
Suonan le campanule a distesa
Nel gran bel meriggio d’or
Nelle nuvole son già gli asfodeli
E le viole cantano di cuor
Bocca bocca di leone e i gigli dolci
Nel bel meriggio d’or
Sono bruchi il cane e il gatto
Ha la gotta il millepiè Ma le margherite per amor si lasciano
Sfoglia- a ar
Imparar puoi tante cose dai fiori
Che di grazia sempre ricchi son
Son felici a primavera i cuori
Vieni nel bel meriggio d’or

Dopo la canzone, che termina con un fragoroso suono di piatti dato dall'incontro di due Margherite gialle, i Fiori, credendo che Alice sia un particolare tipo di fiore a loro sconosciuto, iniziano a farle domande -"da che giardino vi
eni?!" "a quale specie, o vogliamo dire a quale genere appartieni?"- Alice incredula dice di appartenere al genere Umano e appunto di chiamarsi Alice. Subito i fiori iniziano a canzonare il suo nome, il fatto che i suoi "petali gialli" non abbiano profumo, che i suoi "Steli" siano più che altro stecchi e quando Alice ne ha abbastanza di tutti i loro commenti e sbotta dicendo che NON E' UN FIORE viene subito etichettata come -mobile vulgaris- o in parole parole... ERBACCIA! Così per evitare che metta radici tra quel bel prato di fiori viene immediatamente cacciata.

Nel suo assurdo viaggio Alice si imbatte nel paesaggio metamorfico e onirico dove buffi personaggi cercano di tirarla fuori e con le loro assurde, caricaturali e maldestre esagerazioni, fanno contrasto con la saggezza supponente di Alice, bambina educata e riflessiva i cui comportamenti riecheggiano quelli del papà e della mamma, come anche dell’Inghilterra vittoriana tutta. Imbattendosi nei Fiori, Alice entra nel mondo dei piccoli, dell’interiorità, dell’infanzia, dove tutto dovrebbe essere armonia ma non lo è perché anche qui Alice viene giudicata e respinta, quasi quanto nel suo ‘mondo di veglia’.
Anzi: i fiori sono copie trasfigurate di VECCHIE COMARI inglesi.

sabato 13 marzo 2010

Alice....Attraverso lo specchio!

"Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò" è un'opera letteraria pubblicata per la prima volta nel 1871 scritta dal matematico (non me lo sarei mai aspettata) e scrittore inglese Charles Dodgson, sotto il ben più noto pseudonimo di Lewis Carroll, come seguito di "Le avventure di Alice nel paese delle Meraviglie".

Come nel precedente libro il racconto è pieno di allusioni a personaggi, poemetti, proverbi e avvenimenti propri dell'epoca in cui Dodgson vive. Mentre il primo libro gioca sul tema delle carte da gioco, che fanno da esercito reale, questo gioca sul tema degli scacchi.

In Attraverso lo specchio Alice diventa una pedina del gioco degli scacchi e gli eventi che la vedono protagonista costituiscono le mosse di una partita descritta nella prefazione dall’autore stesso. Ruscelli e siepi separano verticalmente e orizzontalmente il terreno, trasformando la strada che percorre la piccola Alice in una vera e propria scacchiera, in base alla quale la ragazzina può parlare solo con chi le sta vicino. Tre righe di puntini nel testo indicano il movimento di Alice da una casella all’altra, in una partita in cui la protagonista alla fine della storia raggiungerà la sponda opposta, catturando la Regina Rossa e dando scacco matto al Re Rosso, proprio come si era vantata con la sua gattina nelle pagine iniziali del libro.
I pezzi della scacchiera si trasformano in personaggi stravaganti, come la Regina Bianca, descritta come una pedina distrattissima, che una volta fugge dal Cavaliere Rosso invece di mangiarlo; la Regina Rossa, come quella bianca, corre indaffaratissima da una parte all’altra, mentre i mariti sono fermi e impotenti, proprio come negli scacchi veri; i Cavalieri spesso cadono dalla sella, richiamando nell’andatura la mossa sulla scacchiera di questo pezzo che è di un passo in linea retta seguito da un altro in diagonale.
L’autore utilizza il gioco degli scacchi per raccontare una storia, così come nel primo libro aveva fatto con il gioco del carte e con quello del croquet. L’obiettivo di Alice diventa non farsi mangiare dagli altri pedoni ma andare avanti cercando il lato opposto della scacchiera, pronta a diventare lei stessa regina dando scacco al re avversario.

Lewis Carroll con questo libro vuole offrirci una visione che non si discosta molto dal mondo reale, in cui non ci sono ruscelli e siepi a disegnare immaginarie scacchiere, ma gli impegni quotidiani, il famigerato stress (dovuto soprattutto alle lezioni allo studio e alle mille attività che da buoni studenti siamo tenuti a compiere) e l’incalzare del tempo a separare gli uomini chiudendoli in virtuali caselle, con l’unico scopo di avanzare per dare scacco matto alle esigenze del momento.

Io lo trovo un libro favoloso almeno quanto il primo, da leggere e rileggere per comprendere tutte le facce del racconto di Carroll, misterioso e intrigante talvolta più del primo volume.

(Garzanti, I Grandi Classici, E 7,50)

mercoledì 10 marzo 2010

preludio alla lettura...



-Il romanzo è uno specchio che cammina sulla strada maestra.
(Stendhal)

-La letteratura è utile, è la via per raggiungere la saggezza.
(H. Bloom)
-La lettura di tutti i buoni libri è come una conversazione con gli uomini migliori dei secoli andati.
(René Descartes)

-Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi, o, come gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere.

(Gustave Flaubert)

lunedì 8 marzo 2010

Il libro sul comodino

Il libro sul comodino, che ci accompagna tutte le sere prima di finire in un mondo parallelo e incantevole, il mondo dei sogni, che ci sprona a guardare oltre la realtà, che ci aiuta fin da piccoli a volare sulle ali della fantasia, a immaginare personaggi e ambientazioni che nessun altro mai immaginerà nel tuo stesso modo; il libro sul comodino che ci appassiona e che non vedi l'ora di prendere in mano per sfamare la voglia di sapere "come finirà..."; il libro sul comodino che ti annoia, che metti da parte e viene sommerso da altri libri come se non esistesse più; il mio libro sul comodino sarà questo Blog, un libro stravagante, con le pagine di mille colori, senza un inizio e senza una fine, solo pagine e pagine di uno, due, dieci, cento racconti che si intrecciano tra loro ma senza fare confusione, un libro che ti lasci qualcosa dentro, se questo è il suo scopo.